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[ lo scaracchio e lo sputo ]
Vincent - Millet, De Groux e tanti altri ci hanno dato l’esempio di caratteri forti, noncuranti dei giudizi come: orribile, rozzo, sporco, puzzolente, ecc. E sarebbe vergognoso tentennare.[1]
Mentre i verecondi continuano a far le fiche con la lingua in bocca per rimpastar lo scaracchio, qualcun altro si decide a rivelar la verità di questa verità custodita con tanta umida devozione.Ma noi, per ascoltarla, sputata e senza giri di parole (comunque senza rischio alcuno per il suo dicitore), dobbiamo recarci in riserbate radure di accoliti, come, ad esempio, il Circolo Spirituale di Düsseldorf.
Lorsignori sono convinti che l’economia tedesca debba essere costruita sulla base dell’idea della proprietà privata. Ma non potranno mantenere in piedi di fatto questa idea della proprietà privata se essa non appare anche, in qualche modo, fondata logicamente. Questa idea deve trarre la sua giustificazione etica dalla compromissione della necessità naturale[2]. È quindi necessario giustificare le forme tradizionali che si vogliono conservare in modo che possano essere considerate assolutamente necessarie, logiche e giuste. E allora devo dire che la proprietà privata si può giustificare sul piano etico e morale solo se si parte dal presupposto che le prestazioni degli uomini sono diverse… Ma una volta che si è ammesso questo, è una follia affermare che sul terreno economico ci sono delle differenze di valore indiscusse, ma che queste differenze non esistono sul terreno politico! È assurdo costruire la vita economica sull’idea della prestazione, del valore personale, e quindi in pratica sull’autorità della personalità, ma negare questa autorità della personalità sul terreno politico…[3]

La sanità di corpo, la sincerità di spirito e la lucidità del progetto che si fa reale tramite questo disvelatore di verità furono avvalorati da prolungati applausi e corali ovazioni da parte dei facoltosi e industriosi consociati, riuniti come un sol popolo.

I padri una volta, la stirpe tedesca,
Tratti dalle silenti onde del Danubio
Al dí d’estate, quando essi
Cercavano ombra, s’incontrarono
Con i figli del sole
Sulle rive del Mar Nero;
E non senza ragione è questo
Chiamato ospitale.[4]

“Siamo presi nella morsa” – denuncia Heidegger: 

Il nostro popolo, il popolo tedesco, in quanto collocato nel mezzo, subisce la pressione più forte della morsa; esso, che è il popolo più ricco del vicino e per conseguenza il più esposto, è insieme il popolo metafisico per eccellenza.[…] Tutto ciò implica che questo popolo, in quanto popolo “storico”, si avventuri ad esporre se stesso e insieme la storia stessa dell’Occidente, colta a partire dal centro del suo avvenire, nell’originario dominio della potenza dell’essere. E se la grande decisione concernente l’Europa non deve verificarsi nel senso dell’annientamento, potrà solo verificarsi per via del dispiegarsi, a partire da questo centro, di nuove forze storiche spirituali.[5]

- “No! Noialtre siamo prese nella morsa!” – protesta il paio di scarpe prima di venir scompagnato.

Solamente per  invitarvi siamo giunte  a voi, figlie del cielo,
Grazie della Grecia, perché veniate da noi, o gentilissime,
se il viaggio non vi è troppo remoto.[6]

Che siano della contadina, del carrettiere, o anche del pittore stesso, le scarpe raffigurate da van Gogh sono pur sempre delle scarpe di chi fa, di chi non pensava di andare per restare, ma soltanto per ospitare l’ospite avevano marciato.
"Ma io al Caucaso voglio andare...Eppure non penso di restare" aveva anche promesso il poeta.
Che aspetto avranno invece le scarpe di chi va per restare?
Non saranno mica stivali col tallone di ferro, dal cui oscuro orifizio cavar fuori, come dal cappello di un mago, conigli e colombe coloniali da imbandire al proprio popolo storico?

Il progetto veramente poetico è l’apertura di ciò in cui l’esserci è di già gettato in quanto storico è, cioè, la terra e, per un popolo storico, la sua Terra, il fondamento autochiudentesi su cui esso riposa, assieme a tutto ciò che, pur essendogli ancora nascosto, esso già è. Ma è anche il suo Mondo, quale si dispiega secondo il rapporto che viene a costituirsi fra l’Esserci e il non-esser-nascosto dell’essere. Pertanto, tutto ciò che fu donato all’uomo nel progetto, deve esser tratto-fuori dal suo fondamento nascosto e fatto riposare in esso. In tal modo questo fondamento è fondato come fondamento sorreggente.[7]
In questo Mondo del popolo storico c’è forse una radura donata per il riposo e l’esserCi
- dei nulla-facenti, nullasalvanti e semprevaganti?
- di chi ha mantenuto legami di stirpe e di sangue senza fermarsi a lungo nel medesimo ..posto?
- di tutti quelli che non hanno una proprietà, possedendo nondimeno una sostanza?
- di quanti, privi di terra, pervengono tuttavia alla poesia senza l’atto fondante di uno ..Stato che la sorregge?
Per tutti costoro, nomadi e miserabili senza riserve, il progetto veramente poetico si è storicizzato con la revoca dell’invito per infliggere all’ospitalità il marchio, la gogna e il patibolo.[8]
E Vincent se le è personalmente ciucciate tutte, queste afflizioni, sulla cotenna e nella cotica, fino al nero colpo di forca sul fondo giallo.

[1] - Vincent a Theo, Nuenen 30 aprile 85 (n. 497-404). Nel testo: sâle, grossier, boueux, puant.
[2] - “Come in tutte le ideologie, anche la concezione fascista del Mondo (per usare questa espressione) si basa sul fatto che le condizioni sociali che si sono formate storicamente e che sono quindi modificabili, vengono presentate come qualcosa di naturale e perciò di immutabile” (Ernst Küln, Fascismo e Democrazia, due forme di dominio borghese, Feltrinelli Milano 1973, p. 149).
[3] - Discorso di Hitler del 27 gennaio 1932 davanti al circolo industriale di Düsseldorf, in M. Domarus (ed), Hitler, Reden und Proklamation 1932-1945,  Würzburg, 1962. - Riportato in E. Küln, Fascismo e Democrazia,… cit.(corsivi nostri).
[4] - Hölderlin, La migrazione, cit. (da Poesie, trad. Giorgio Vigolo, ed. Einaudi, Torino 1958, p. 361).
[5] - Heidegger, Introduzione alla metafisica, cit. p. 48-49.
[6] - Hölderlin, L’emigrazione (Inni e frammenti), in Le liriche, tom. II, a cura di Enzo Mandruzzato, ed. Adelphi, Milano 1977, p. 204.
[7] - Heidegger, Origine Ni68, cit. p. 59 (corsivi nostri). Nell’Introduzione alla metafisica il filosofo era stato più esplicito riguardo l’identità del “popolo storico”, la sua terra e il suo mondo (cfr. qui nota 5). Il discorso è unico e consecutivo e si svolge conseguentemente sul piano teorico come intanto si andava svolgendo (anche personalmente) su quello pratico.
[8] “Quando un vagabondo viene colto sul fatto una seconda volta, la pena della frustata deve essere ripetuta e sarà reciso mezzo orecchio; alla terza ricaduta invece il vagabondo dev’essere considerato criminale indurito e nemico della comunità e giustiziato come tale”. (K. Marx, Le leggi sanguinarie in Il Capitale, libro I, sez. VII, cap. 24).(Vedi Appendici
Figura sotto – L’autoritratto di van Gogh dedicato a Gauguin, sequestrato in quanto opera d’arte degenerata, venne venduto all'asta dalla Galleria Fisher di Lucerna nel 1939 e aggiudicato per 40 mila dollari al Dr. Frankfurter.






VALIGIE
parte seconda H.D.S. MAROQUINERIES